I Musici del Gran Principe

Il Gran Principe

ET LUCET ET TERRET

Biografia

Figlio primogenito del granduca Cosimo III e di Marguerite-Louise d’Orléans, cugina di primo grado del Re Sole, nacque a Firenze il 9 agosto 1663. Ferdinando morì prima del padre e non divenne mai granduca, motivo per il quale viene ricordato col titolo di “gran principe”. Ferdinando ereditò il temperamento ribelle dalla madre «un guizzo di irrequietezza, di amore per l’avventura e per la novità» e allo stesso tempo lo spiccato interesse per le arti e il collezionismo tanto da poter essere considerato l’ultimo grande mecenate di Casa Medici. Nel 1689 sposò Violante Beatrice, figlia dell’elettore imperiale Ferdinando di Baviera e di Adelaide di Savoia. In onore delle nozze fu allestita l’opera “Il Greco in Troia” di Giovanni Maria Pagliardi al Teatro della Pergola. Violante e Ferdinando non ebbero figli a causa dalla condotta libertina del Medici che, ai doveri coniugali, preferiva il piacere dei suoi favoriti, primi tra tutti il bel musico Petrillo ed il castrato Cecchino. Dall’ultimo viaggio a Venezia (1696), in occasione del carnevale, Ferdinando tornò affetto dalla sifilide contratta probabilmente in seguito a un rapporto con la cantante Vittoria Tarquini, detta “La Bambagia”. Morto senza figli, il diritto di successione passò al fratello Gian Gastone. La malattia inesorabile lo condusse prima alla follia e poi alla morte nel 1713.

Il Gran Principe

Taddeo Baldini, Palazzo Davanzati - Firenze

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Nel suo appartamento in Palazzo Pitti e nelle ville di campagna in cui amava ritirarsi, Ferdinando de’ Medici coltivò la sua passione per la musica e i musici e il suo amore per il collezionismo di dipinti e di antichità, ricercando instancabilmente oggetti rari e raffinati; allo stesso modo, fu mecenate attento e curioso, promuovendo artisti e compositori a lui contemporanei. Nel 1699, alla villa di Poggio a Caiano, allestì un “Gabinetto delle opere in piccolo di tutti i più celebri pittori”, con oltre centosettanta opere di formato ridotto di autori quali Albrecht Dürer, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Rubens. Al terzo piano della villa di Pratolino fece costruire invece un vero e proprio teatro d’opera dall’architetto Anton Maria Ferri, con scenografie di Ferdinando Galli Bibiena. Tra i compositori che introdusse nella corte granducale vi furono Alessandro e Domenico Scarlatti, Giacomo Antonio Perti, Giovanni Legrenzi, Carlo Pollaroli, Giuseppe Maria Orlandini, Benedetto Marcello, Bernardo Pasquini nonché il giovane Georg Friedrich Händel. Nel 1701 Tomaso Albinoni gli dedicò la sua prima raccolta di sonate a due violini e basso (balletti a tre op.3), e nel 1711 seguitò Antonio Vivaldi con la raccolta di concerti opera 3, “L'estro armonico”. Le opere d’arte elencate nell’inventario stilato alla scomparsa del Gran Principe risultano oltre un migliaio fra disegni, dipinti, sculture, oggetti decorativi e arredi, alle quali si aggiungevano circa centocinquanta strumenti musicali, affidati dal Medici alle cure del padovano Bartolomeo Cristofori che, nell’anno 1700, aggiunse alla collezione il primo “gravicembalo col piano e forte”. Alla scomparsa del Gran Principe, Scipione Maffei lo ricordò giustamente sulle pagine del Giornale de’ Letterati con l’epiteto di “Orfeo dei Principi”.

I Musici del Gran Principe

Anton Domenico Gabbiani, Galleria dell'Accademia - Firenze

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